Nei campi di concentramento si prestava un grande interesse alle ricerche scientifiche dei dottori tedeschi, in gran parte appartenenti alla SS che effettuavano diversi esperimenti medici e pseudomedici sotto l’alibi della ricerca. Tutti quante queste pratiche contraddicevano alle regole della etica nonché alle famose parole del giuramento di Ippocrate, dichiarate da loro stessi con solennità. Purtoppo le promesse di:
“curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
“non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
“evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possa ledere il decoro e la dignità della professione;
non c’entravano con i fatti realmente accaduti nel campo. La purificazione della razza, sterilizzazione ed eugenetica, al fine di perfezionare ed ottenere la razza perfetta riempivano le menti degli scienziati e diventarono un obiettivo da raggiungere ad ogni costo.
Grosso modo si può dividere il campo della loro ricerca in tre gruppi:
- Ricerche biologiche quanto la questione razziale (demografia negativa ovvero la sterilizzazione, studi di eredità) , ricerche circa il cancro del collo dell’utero, malattie contagiose come tifo o epatite, e sopravvivenza nelle codizioni estreme per verificare gli effetti della fame sull’organismo.
- Esperimenti farmacologici volti a sperimentare nuovi farmaci e il loro impatto sul corpo umano.
3.Esperimenti di chirurgia, progettati per arricchire le conoscenze mediche e pratica chirurgica.
Joseph Mengele – Angelo della morte
Esperimenti medici di Auschwitz è un tema fiume, tuttavia un dottore Joseph Mengele desta un’attenzione particolare in quanto viene spesso considerato un’incarnazione del demone nazista e il simbolo della follia nazista. Estremamente ambizioso, mirava con la sua attività a svelare al mondo I segreti della vita e realizzare per mezzo di esperimenti genetici sui gemelli il suo ideale degli occhi azzurri e capelli biondi.
I prigionieri chiamavano spesso il campo “anus mundi “ – ano del mondo, ma per il dottore Mengele, del resto non solo per lui, Auschwitz era un paradiso, dove poteva dare sfogo alla sua creatività e portare avanti le sue ricerche.
Nelle condizioni normali, per esempio a Berlino non avrebbe mai trovato tanto “materiale” per effettuare gli esperimenti che avrebbero potuto perfino uccidere. Invece Auschwitz era un grande “deposito di merce” con materiale di ricerca sempre a disposizione. Il Dottor Mengele ne approfittò per più di un anno. Non è noto quale fosse il numero totale di gemelli selezionati. Di solito cercava le sue cavie personalmente sulla rampa ferroviaria di Auschwitz.
Eva Mozes Korr sopravvissuta di Auschwitz ricorda in un’intervista:
“Il treno si fermò, mentre scendevo diedi una prima occhiata al campo. C’erano i recinti di filo spinato attorno nell’aria che respiravamo, si sentiva distintamente l’odore di carne bruciata. Mia madre teneva per mano me e la mia sorella gemella. Uno degli SS correva avanti e indietro gridando “ci sono dei gemelli?” ad un tratto si fermò davanti a noi.”
La collezione di cavie cresceva rapidamente. L’ossessione per i capelli biondi e occhi azzurri era quasi ridicola anche perché nemmeno il dottore dimostrava lineamenti tipici ariani. Era talmente incantato e affascinato dagli occhi azzuri, si diceva perfino che avesse nel suo studio una collezione di occhi azurri. Cercava di trovare il modo per cambiare il colore degli occhi ai bambini.
Ogni mattina si percepiva una grande tensione tra i prigionieri all’arrivo dei dottori:
“Tutti erano impauriti al pensiero di vederlo arrivare. Soltanto il suo tono autoritario che aveva il suo portavoce terrorizzava la gente. Poi arrivava lui, era molto elegante e distinto. Sembrava un imperatore mentre veniva verso di noi. Ci guardava con professionalità e iniziava a contarci. Era vestito di bianco spesso potrava i guanti e aveva carta e penna per prendere gli appunti. Doveva contarci, doveva contare le sue piccole cavie. È difficile spiegare il rapporto che c’e tra un oggetto e il suo padrone. (…) Era convinto di lavorare per la pace, era estremanente ambizioso, convinto di fare qualcosa di straordinario per l’umanita. Giustificava i suoi crimini con la ricerca scientifica”
Dottor Mengele durante gli esperimenti iniettava ogni tipo di sostanza nelle vene perfino acido fenico, cloroformio o benzina. A volte iniettava diretamente nel cuore, uccideva per fare poi le autopsie. E spesso compiva delle vivisezioni sezionava esseri umani ancora vivi e poi li lasicava morire.
“Tre volte alla setiimana ci iniettava sostanze anche 5 per volta. Non sono mai riuscita a sapere consa fosse”
Leggendo i verbali d’accusa redatti dalla repubblica tedesca contro dottor Mengele, in cui vengono descritti minuziosamente i suoi esperimeni con grande cura dei dettagli raccapricianti, si rimane sempre scoinvolti. È impossibile rimanere indifferenti di fronte alle artrocità commesse da quell’uomo.