Vita da prigioniero

Porta d'ingresso con la famosa scritta
Porta d’ingresso con la famosa scritta

Il treno arrivava alla stazione. Le condizioni presenti nel treno non permisero a molti di arrivare nemmeno qui. Quelli che arrivano vivi, aspettavano in banchina ferroviaria il destino finale. La maggior parte fu portata immediatamente alle camere a gas. Invece chi era considerato adatto al lavoro, passava altre procedure. Chi giudicava e selezionava, diceva
„che erano venuti nel campo, e che nel campo non esiste altra uscita oltre quella del tubo del camino del crematorio…”
Fatta questa selezione preliminare, i prigiornieri si dirigevano, anzi erano spinti verso il blocco 26 in cui dovevavo spogliarsi e sucessivamente venivano rasati e sottoposti al bagno ma non per mezzo della vasca o doccia bensì versamento sul corpo acqua gelida o bollente. Dopo, I prigiornieri andavano nudi nel cortile, indipendentemente dalla stagione e li aspettavano le loro uniformi a righe, quasi mai della misura giusta ma già sporchi laceri, oppure pieni di pidocchi, impregnati di escrementi o di urina, maleodoranti. Un prigioniero doveva inoltre, cucire sui pantaloni o sulla blusa il proprio numero di indetificazione preliminarmente attribuito e sull’avambraccio sinistro veniva effettuato un tatuaggio previsto per ogni categoria di detenuti. Riceveva inoltre un paio di zoccoli che in effetti procurava un’ulteriore sofferenze scorticando il pede e provocando ferite al piede in presenza di avitaminosi. D’ora in poi il prigioniero non era più una persona, bensì un un oggetto numerato.
I nuovi dovevano subire un periodo di isolamento che durava circa 6-8 settimane al fine di evitare la diffusione delle malattie contagiose. In effetti quel periodo serviva per “educare” i prigionieri delle norme che vigevano nel lager come ordine rigoroso del giorno, il brutale risveglio al mattino gli appelli in piazzale, o apprendimento di alcune espressioni tedesche importanti. Tutto questo in condizioni pietose e in contrasto con la dignità umana.


Insomma, già qui iniziava il processo di annientamento e di degradazione dell’uomo. A tutto ciò occorre aggiungere ancora aspetti come il lavoro forzato, condizioni sanitarie precarie , sovraffollamento delle baracche nonché le numerose esecuzioni che erano all’ordine del giorno.

Muro di esecuzioni
Muro di esecuzioni